martedì 15 settembre 2009
L'Italia pulita, in Birmania
I comunisti hanno molte facce, ma nessuna di loro somiglia a quella della pace. Dovunque il comunismo si sia insediato non ha prodotto altro che fame, repressione, dolori e guerre. Per questo non dobbiamo dimenticare la Birmania. Walter Pilo, presidente dell'associazione umanitaria che da anni opera con missioni di solidarietà nel Paese vessato dalla giunta militare comunista, nei giorni scorsi ci ha detto: «È appena partita la nuova missione dei nostri ragazzi in Birmania. L’obiettivo dei nostri volontari è duplice: verificare le condizioni del villaggio di Kow Hla Mee, fondato dai volontari italiani a cavallo tra il 2008 e 2009, e porre le basi per la seconda fase del progetto Terra e Identità: la costruzione di ulteriori 30 abitazioni, di una scuola e di una clinica, grazie anche al contributo della Regione Trentino Alto Adige». «Il progetto Terra e Identità» spiega «serve a sostenere la popolazione dei Karen, una minoranza etnica che rivendica la propria autonomia, oggetto da parte dei militari di Rangoon di una repressione feroce, che nel giro di sessant'anni ha provocato migliaia di vittime. I Karen vivono in condizioni di estrema povertà, come fuggiaschi» ha continuato Pilo «Nonostante la tragica situazione dell’annullamento delle libertà sia di recente tornata alla ribalta con il processo nei confronti del Premio Nobel Aung San Suu Kyi, gli stupri, le violenze, gli omicidi e i rastrellamenti da parte della soldataglia comunista birmana continuano».
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