Amo il mio dio legionario col tascapane a tracolla,
amo l’eroe addormentato sull'umida zolla.
Amo le povere cose, che m'offre il destino,
amo i bei sogni che incalzano il nostro cammino.
Tutta la vita pienamente io vissi
ma del passato che cosa mi resta stasera?
Un grande ideale, un sogno e una preghiera
che, qualche tempo fa, io scrissi.
Anche i tuoi baci, il tuo volto mi sono scordato, dolce amica mia.
Perfino il tuo amore è restato travolto per la via.
Ma amo il mio dio legionario col suo pugnale lucente,
amo il mio dio che sa piangere, che vede e che sente.
Ed amo questa notte serena,
che tiene serrato il mio cuore,
il sangue che insulta la vena,
e il giorno che, placido, muore.
martedì 15 settembre 2009
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