martedì 15 settembre 2009

Unire, non dividere, di Leo Valeriano

Molti dei discorsi che sono stati fatti recentemente, riportano più o meno indirettamente a quel progetto che, unificando formazioni politiche con differente nome ma idee molto simili, hanno permesso la creazione del PDL. Credo di poter dire che, oggi, la base di questo grande nuovo partito degli italiani, si sente veramente unita in un grande progetto nazionale. Anche se la miopia di qualcuno, si focalizza solo su qualche parziale e certamente legittimo modo di volersi distinguere. La verità è che il PDL è un elemento totalmente nuovo e indiscutibilmente autentico, nelle vita politica italiana. Una forza che ha permesso alla maggior parte degli italiani di unirsi per guardare serenamente al futuro, senza lasciarsi distrarre da niente e nessuno. Una forza che ha la volontà di guardare avanti, ma anche la capacità di guardare con spirito critico e obiettivo al passato. E anche se nessuno può lasciarsi intralciare da quello che è passato, noi non commetteremo l’errore di non esaminarlo e di tenerne conto. La Storia non si può dimenticare, se non si vogliono commettere quegli stessi errori che possono essere stati commessi. Nello stesso tempo non si possono ignorare le cose positive che possono esserci state. Noi siamo i figli della nostra storia. Comunque. Ma dobbiamo guardare, consapevolmente, al futuro. Oggi, più che mai, si sente la necessità di azioni che possano portare a un maggiore coinvolgimento di tutti e che si dimostrino adatte ad affrontare le effettive esigenze della nostra società. Specialmente adesso. La maggiore partecipazione politica ne è senz’altro uno strumento. Ma questo non può non collegarsi a quel sentimento antico, ma anche modernissimo, che è il senso della comunità nazionale. Naturalmente, per proseguire su questo cammino, abbiamo bisogno anche di qualcosa di profondo e di non necessariamente immediato in cui credere, di un motivo molto chiaro per combattere e, se necessario, sacrificarci. Ricordiamoci che gli uomini non sono immobili come le montagne e, poiché hanno un anima, non reagiscono solamente agli stimoli ma anche alla loro mancanza. Abbiamo bisogno di una idea più alta di quella che può offrirci il materialismo economico. Ecco perché dico che abbiamo necessità di un sogno da offrire non solo a noi stessi, ma anche alle nuove generazioni. È fondamentale riuscire a credere ancora che sia possibile edificare il migliore dei mondi e che la nostra vita non possa essere incasellata solo come un elemento dell’economia globale. Non ci deve e non ci può spaventare l’idea di volare alto e di batterci per idee elevate. Non si deve aver paura di lanciare idee forti, magari esprimibili con semplicità e comprensibili da chiunque. Idee che riescano anche a colpire l’immaginario ma che contengano la reale essenza dei nostri pensieri. Tenendo presente un fatto fondamentale: qualsiasi idea che possa favorire la discussione, se anche divergente da quelle della maggioranza, dovrebbe sempre essere discussa nell’ambito del Partito. Altrimenti cessa di avere una funzione costruttiva. Le idee servano per unire, non per dividere.

Nessun commento:

Posta un commento